Agrumi una storia meravigliosa
Partendo dalle origini, descriviamo la
storia meravigliosa degli agrumi fino ai nostri giorni e la
loro sempre più crescente valorizzazione.
Per alcune specie è stata definita una provenienza antichissima,
avvalendosi di testi dell’epoca con riferimenti bibliografici; per altre,
l’origine risulta ancora sconosciuta. Gli agrumi coltivati appartengono a
tre generi della famiglia delle Aurantioideae:
Citrus,
Poncirus e Fortunella.
Si ritiene che siano originari delle zone tropicali e subtropicali, da una vastissima
area che comprende le regioni dell’Asia Orientale: dai versanti
meridionali dell’Himalaya alla Cina Meridionale, fino all’arcipelago
Malese.
Un pò di storia: In India, nell’epoca precedente all’800 a.C.,
in lingua sanscrita, con il termine Jambhila
veniva descritto un frutto somigliante al cedro o al limone, mentre in
Cina la prima valorizzazione agrumicola fu data alle specie kumquat,
pummeli e agli aranci Yuzu, che in quel paese rappresentavano le prime
specie coltivate. In Giappone risultava assai gradito il frutto del
mandarino “Takibana”, forse per
la sua forma piccola e il colore così
intenso, e un altro mandarino dal nome
quasi impronunciabile, il “Wenzhou”. In Indocina vi era un
interesse rivolto alla coltura delle lime (frutti non eduli, appartenenti
al sottogenere Papeda). In
Europa, il primo agrume conosciuto fu il cedro, come ci dice Teofrasto in
un suo scritto datato 310 A.C.
Nella mitologia greca, il cedro rappresentò il dono nuziale che Zeus diede ad Era. In principio al frutto venne dato il nome di “Esperidio” perché il mito racconta che una delle fatiche di Ercole consistette nel furto dei pomi (cedri), coltivati nel giardino delle Esperidi, da cui il nome botanico “Esperidio”.
Nell’antica Roma questo agrume venne
apprezzato soprattutto per le sue qualità benefiche, come risulta da
alcuni scritti di Virgilio, Plinio, Palladio e Petronio. Nei giardini dei
ricchi patrizi venivano coltivate piante di cedro, limone e arancio, per
consumo alimentare.
Gli Ebrei conobbero il cedro durante la loro prigionia in Babilonia o in Egitto. Rappresenta, per loro, il frutto sacro che viene utilizzato durante la festa dei Tabernacoli.
Gli Arabi, grandi navigatori, dalla Cina
riportarono, non la polvere da sparo, ma i frutti più fragranti. Furono
sempre loro ad applicare elaborate tecniche agronomiche e costruire
complessi sistemi d’irrigazione per
migliorare la produzione, introducendo alcune colture e rendendo fertili
zone aride e mai coltivate. Siamo nel VI sec., periodo di massimo
espansione del mondo islamico, la cui creatività si rispecchia
nell’architettura degli edifici e dei giardini.
Ma è da attribuire ai portoghesi l’aver introdotto e diffuso, con i loro viaggi in Africa e in Asia, la maggior parte delle specie di agrumi nel resto del mondo occidentale.