Agrumi: è ancora possibile coltivarli con remunerazione?

L’agrumicoltura italiana è in crisi, si sa, ma poche volte sono stati presi in considerazione i i costi di produzione; né qualcuno ha mai evidenziato come è cambiata la scala dei valori dal 1975 ad oggi. Molti agrumeti oramai sono in stato di abbandono, e non c’è da stare allegri per il futuro: i bilanci non tornano, e gli imprenditori (indebitati fino al collo) abbandonano e lasciano al destino i propri appezzamenti. Tutto ciò porta ad un degrado di vaste aree di territorio, ed inoltre diminuisce l’occupazione anche dell’indotto agrumicolo; da considerare, inoltre, che ciò che va perso è anche un patrimonio genetico che il mondo ci invidia.

L’espansione delle superfici agrumetate nei paesi arabi e nel sud america ha certamente determinato una flessione della vendita dei prodotti italiani, principalmente perché proprio in quei paesi i costi di produzione sono irrisori, e ciò ha pesantemente influito sull’abbandono degli agrumeti italiani non più remunerativi. Ciò che incide, e di molto, nei costi di produzione italiani sono gli aumenti spropositati che dal 1975 ad oggi si sono verificati nei più importanti fattori produttivi, ovvero la manodopera, i contributi agricoli unificati, l’energia elettrica, le tasse, i carburanti ed i fertilizzanti. Il prezzo di vendita dei frutti, invece, è rimasto sostanzialmente stabile per le arance, mentre dal 1985 ad oggi è in forte calo per i limoni. A ciò si aggiunga che dal 1993 una nuova imposta si è abbattuta sugli agricoltori: l’ICI. Tale imposta grava come un macigno poiché incide per ben 500-700.000 lire per ettaro, e poi anche l’IRAP ha contribuito a gravare pesantemente sui bilanci economici degli agrumicoltori. Nella tabella "1" vengono raffrontati i prezzi dei principali fattori produttivi distinti per categoria e per anno dal 1975 e fino ai giorni nostri , nella tabella "2" i prezzi medi di vendita di arance tarocco, arance valencia e limoni.

Tabella 1
Anno 1975 1980 1985 1990 1995 1999
Manodopera £./ora (1) 900 2.500 4.000 6.750 9.000 12.617
CAU (2) 1.397 6.234 8.904 13.690 18.110 30.506
Gasolio (*) 84 415 645 725 840 860
Benzina (*) 109 446 656 773 1450 1500
ENEL 60 145 135 188 293
Consorzio (4) 21.500 38.000 58.000 72.000 95.000 350.000
Fertilizzanti (3) 265 482 471 496 540 560
  1. La paga oraria effettiva è ottenuta mediando le retribuzioni di operai comuni, specializzati e super specializzati.
  2. I valori dei CAU (Contributi Agricoli Unificati), oggi oneri previdenziali INPS, valgono per giornata lavorativa.
  3. E’ stato indicato il prezzo al Kg. di un concime chimico ternario largamente utilizzato (11-22-16)
  4. Si intendono i costi medi per ettaro in lire.

(*) I prezzi sono in £./Kg.

Tabella 2
Anno 1975 1980 1985 1990 1995 1999
Tarocco 150-250 300-350 350-400 300-400 150-250 350-400
Valencia 1.200 800 400 250 350
Limoni 350-400 380-450 350-400 300-350 250-300 150-200

N.B.: I prezzi si intendono al Kg, sulla pianta con raccolta esclusa.

L’analisi delle tabelle mostra con chiara evidenza come siano cresciuti i prezzi relativi a tutti i fattori produttivi, ma al contempo denotano la stagnazione dei prezzi per le arance tarocco, la drastica riduzione delle arance valencia, ed il tracollo dei limoni.

Da notare, anche, come siano aumentati i costi relativi ai Consorzi di Bonifica in modo spropositato, ed al contempo bisogna sottolineare che i servizi resi dagli stessi sono pressoché inesistenti.

Nella tabella "3" si riportano i valori fondiari di compravendita di agrumeti dall’ottimo stato fito-sanitario, vegeto-produttivo e con tutte le opere strutturali necessarie (impianto irriguo,stradelle, ecc.) in lire/ettaro.

Tabella 3
Anno 1975 1980 1985 1990 1995 1999
Tutto
X1000
65-70.000 90-100.000 80-90.000 60-70.000 55-70.000 35-45.000

E’ chiaro come la tendenza al ribasso dei ricavi abbia influito sulla appetibilità degli agrumeti nel mercato fondiario, per cui gli agrumicoltori, che hanno deciso di abbandonare la coltivazione dei propri fondi, non sempre hanno trovato degli acquirenti, e per di più hanno dovuto sopportare una svalutazione dell’immobile che viene valutato alla stregua di un seminativo irriguo.

Nella tabella "4" viene esposto il raffronto delle spese e degli incassi nel 1975 e nel 1999 ponendo come resa media per ettaro 250 q.li per le arance tarocco, 320 q.li per le arance valencia e di 190 q.li per i limoni.

Tabella 4
Tarocco
Anno Spese/ettaro Ricavi/ettaro Bilancio/ettaro
1975 400.000 5.000.000 + 4.500.000
1999 6.500.000 9.375.000 + 2.875.000
Valencia
1980 400.000 38.400.000 + 38.000.000
1999 6.500.000 11.200.000 + 4.700.000
Limone
1975 600.000 7.125.000 + 6.525.000
1999 7.500.000 3.325.000 - 3.175.000

Dalla tabella "4" si evince come il bilancio/ettaro per le arance sia ancora positivo, mentre è negativo per i limoni (e questo spiega la drastica riduzione delle superfici destinate a questa varietà di agrume, riduzione dovuta all’abbandono degli appezzamenti di terreno).

Il bilancio positivo delle arance, però, deve far riflettere sul valore che oggi ha l’importo stesso ritraibile da un ettaro. Infatti se la riduzione dei ricavi si attesta attorno al 50% nel caso del tarocco e ben del 89.5% nel caso del valencia, non va dimenticato che il valore di acquisto della moneta nel 1975 era ben diverso dal valore attuale, per cui le percentuali di riduzione dei ricavi sono più elevate in ribasso. Ovviamente le tabelle indicano delle produzioni medie, ma spesso, invece, le produzioni sono state decurtate da calamità atmosferiche. Ecco che oggi gli agrumicoltori sono indebitati con cambiali agrarie a medio periodo e con mutui a lungo periodo, per cui i bilanci reali degli agrumeti sono gravati anche dagli onerosi pagamenti annuali.

In conclusione il bilancio di un agrumeto può ancora essere positivo, ma i ricavi sono davvero esigui, e se dovesse capitare una calamità naturale (gelate, grandinate, venti sciroccali) il bilancio va in rosso. Se consideriamo, inoltre la svalutazione fondiaria che gli agrumeti hanno subìto si può ben comprendere il malcontento che regna fra tutti gli operatori agricoli del settore.